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Cimarosa, Domenico.

Compositore italiano. Ammesso nel 1761 al conservatorio di Santa Maria di Loreto a Napoli, vi studiò fino al 1772 ed esordì in quell'anno al teatro Fiorentini con Le stravaganze del conte. Nel 1773 incontrò i primi favori del pubblico e degli impresari con La finta parigina, ma per un lungo periodo la sua fama restò circoscritta ai teatri napoletani e a quelli romani. Nel 1780, tuttavia, il San Samuele di Venezia gli commissionò un'opera e C. compose Giannina e Bernardone (Il villano geloso) con la quale si apre il lungo elenco dei suoi trionfi, in Italia e all'estero. Nel 1787 il musicista partì per Pietroburgo, chiamatovi da Caterina II. Ma l'imperatrice non apprezzò il suo lavoro, La felicità inaspettata e accolse freddamente anche quelli seguenti, accusando C. di dilettantismo. Comunque, il compositore lasciò la Russia solo verso la metà del 1791: si fermò a Varsavia e a Vienna: qui, malgrado fosse salito al trono Leopoldo II, poco amante della musica, gli venne commissionata un'opera e C. rispose con il suo capolavoro: il Matrimonio segreto che, andato in scena il 17 novembre 1792, venne fatto ripetere integralmente per volontà dello stesso imperatore. Ormai ricco, il musicista tornò a Napoli e vi divenne maestro della Cappella reale: ma la sua vena compositiva subì un inspiegabile arresto: nel 1796 assistette a Venezia, per la prima volta nella carriera, alla "caduta" di una sua opera: Gli Orazi e i Curiazi. Inoltre, accusato di simpatie per il governo democratico (in effetti aveva composto un inno repubblicano) fu addirittura condannato a morte dai Borboni e si salvò solo per l'intervento di un cardinale suo amico, che non riuscì tuttavia a evitargli l'umiliazione di quattro mesi di carcere. Liberato, tornò a Venezia, dove diresse il coro di uno degli Ospedaletti e attese alla composizione dell'Artemisia, lasciata incompiuta per il sopraggiungere della morte. Fu autore di un'ottantina di opere teatrali, prevalentemente del genere buffo: L'italiana in Londra (1779), L'impresario in angustie (1786), Le astuzie femminili (1794); l'intermezzo comico Il maestro di cappella, una notevole produzione sacra e sonate per clavicembalo che si rifanno ai modi di Domenico Scarlatti. C. è considerato con Paisiello il maggior rappresentante dell'ultima generazione della scuola operistica napoletana. Ammiratissimo dai contemporanei seppe reinterpretare in modo assai personale lo stile dell'ambiente musicale nel quale si era formato: e se certe sue pagine fanno pensare a un influsso di Mozart, altre sembrano anticipatrici dell'arte di Rossini (Aversa 1749 - Venezia 1801).